ROBERTA PRESENZA, ARTE IN ABRUZZO...E NON SOLO
NON ESISTONO DISTANZE, MA SOLO POSTI DIVERSI IN CUI INCONTRARSI Emilio Averga
sabato 1 ottobre 2022
Percorsi nell'arte moderna a Vasto
Si è conclusa domenica 25 settembre la mostra percorsi nell’arte moderna Italiana,allestita e curata dalla galleria d’arte Sangallo, che ci presenta opere di grafica, multipli e pezzi unici scelti dal gallerista.
Una vera novità per la nostra città. Una novità che riaccende la speranza in me storica dell’arte e nei miei colleghi collezionisti. Non posso che fare i complimenti per la passione ed il coraggio di creare una galleria d’arte moderna in una città di provincia, silente dal punto di vista culturale, poco incline alle manifestazioni e alle occasioni di approfondimento nel mondo della storia dell’arte.
Ammirare opere di Accardi, Burri, Pistoletto, Paladino fino a De Chirico e Rotella a Vasto è un vero piacere. Osservare da vicino artisti che, come afferma l’autore della presentazione dell’esposizione “hanno aggiunto ai libri di storia dell’arte dei capitoli fondamentali come quelli dell’arte povera della transavanguardia” è un vero diletto.
Avvicinare l’arte del 900 al grande pubblico è sempre una lodevole iniziativa, perché da quando il figurativo lascia il posto a manifestazioni artistiche non di immediata comprensione, poco inclini ad essere interpretate, spiegate e fatte proprie, il pubblico si è allontanato, sopratutto quello con un occhio non educato e spirito poco sensibile. Ma storicamente è proprio quando l’arte non è più solo figurativa che diventa più democratica.
Come afferma Walter Benjamin già nel 1936, nel saggio “l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” l’opera d’arte privata della sua aura, diventa accessibile al grande pubblico. Fondamentale è il ruolo delle gallerie che ci ricordano come il mercato dell’arte sia diventato più democratico grazie alla riproducibilità delle opere, le tecniche di grafica e i multipli d’autore, stampe realizzate in tiratura limitata.
L ‘arte può entrare così nelle case di molti, dei sensibili, degli appassionati, di chi ama circondarsi del bello.
Un seme nel vuoto che ci circonda e per la mia città che sia di buon auspicio per il futuro, che possa crescere e diventare sensibile anche sotto questo punto di vista.
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Pillole di storia dell'arte
giovedì 31 maggio 2018
l'Impressionismo, la rivoluzione dell'attimo fuggente
l’Impressionismo è il movimento della modernità e si può legittimamente considerare come il più famoso e amato dal grande pubblico.
Il termine Impressionismo indica nella storia dell’arte il movimento pittorico apparso in Francia a partire dagli anni 1860-1865 come reazione ad un certo tipo di pittura accademica di segno ora neoclassico, ora romantico ora realista. Le opere di questo movimento evocano l’impressione luminosa e fuggitiva di un paesaggio urbano e rurale. Gli Impressionisti osservano ciò che l’universo mostra e ne rendono testimonianza attraverso la pratica pittorica.
La prima mostra ebbe luogo nel 1874 a Parigi nella studio del fotografo Nadar, in tale occasione passata poi alla storia, il giornalista e critico L. Leroy ironizzò di fronte al quadro di Claude Monet Impression, soleil levant, del 1872, definendo “scuola degli impressionisti” Monet stesso e altri pittori presenti alla esposizione, come Camille Pisarro, August Renoire, Alfred Sisley e Edgar Degas.
La derisione con cui il critico usava il temine impressionista incitò questi artisti non ad abbandonare questo nuovo stile pittorico, non a farsi influenzare negativamente dalle critiche ma a fare propria tale definizione. Orgogliosamente e caparbiamente ripresero il questo termine utilizzandolo anche come titolo per la loro rivista d’arte l’Impressionisme, journal d’art.
Ma cosa facevano effettivamente questi giovani artisti? Nel costatare che un paesaggio si modifica in funzione delle condizioni climatiche volevano fissare sulla loro tela attraverso l’uso di colori prevalentemente chiari, una sensazione istantanea e vibrante. Il sole filtrato dalle foglie, i giochi dei riflessi nell’acqua o le volute del fumo dei treni, diventano protagonisti e sono resi sulla tela attraverso l’impego sistematico di pennellate sovrapposte. Esaltare l’intensità della luce nel colore con lo scopo di dipingere la fugacità dell’instante.
Questa modernità di pensiero e di resa pittorica trasformò in maniera alquanto radicale il concetto stesso di pittura legandolo a quello di durata temporale e di soggettività.
L’Impressionismo e la sua rivoluzione dell’attimo fuggente è il più alto esempio di cosa si può ottenere dipingendo en plen air….
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Pillole di storia dell'arte
venerdì 18 maggio 2018
Dipingere all'aria aperta
Pillole di storia dell’arte
Chi sono i Barbisonniers?
Intorno all’anno 1824 durante i mesi estivi, nella foresta di Fontainebleau, vicino al villaggio di Barbizon a circa cinquanta chilometri da Parigi, colonie di artisti, si riunivano per dipingere lontani dalle sollecitazioni e dalla frenesia della vita cittadina immersi nella natura e nei suoi effetti luministici. Attenti alla rappresentazione della realtà contadina e ai fugaci giochi della luce e dell’atmosfera questi artisti avevano l'intento di accorciare la tradizionale distanza fra il bozzetto eseguito all’esterno e il quadro ultimato tra le mura dell’atelier. La figura centrale di questo gruppo chiamato “Scuola di Barbizon” era Theodore Rousseau (1812- 1867), il quale dopo aver visto rifiutati i suoi dipinti dalla giuria del Salone Parigino, decise di stabilirsi nel villaggio di Barbizon concentrandosi sulla rappresentazione del paesaggio e della foresta. La natura incontaminata, ricca di macchie di colore improvvisamente illuminate dalla luce del sole era lo sfondo ideale per la rappresentazione della vita dei campi e delle emozioni che esse suscitava nel pittore. Molti artisti si avvicinarono alle idee di Rousseau e decisero di intraprendere questo innovativo percorso tra cui Millet, Corot, Daubugny. Ognuno di essi contribuì ad una nuova visione della realtà, fatta di effetti cromatici luminosi, istantanei, fuggitivi, legati alla mutazione del tempo e delle stagioni. A Charles Francois Doubigny guardarono poi gli Impressionisti attratti dalla sua pennellata leggera, meno densa e materica, rispetto a quella di suoi colleghi, ne portarono avanti gli studi, riuscendo a fissare sulla tela la fugacità dell’istante arrivando quasi all’astrazione delle forme che si dissolvono nelle infinite variazioni cromatiche rese dalla luce…ma questa è un'altra storia…
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Pillole di sotria dell'arte
martedì 7 gennaio 2014
La riscoperta della mia regione...
Vi racconto oggi una breve gita nell'Abruzzo montano.
Partenza da Vasto, dal B&B Il Fratino e la Cicala, destinazione Villa Santa Maria: la città dei cuochi!
Con circa 40 minuti di viaggio e percorrendo la fondo valle Sangro si arriva a Pietraferrazzana piccolo borgo montano che prende il nome dalla imponente roccia che sovrasta l’intero abitato.
A ridosso della “pietra” vi sono gli edifici del borgo antico, che pian piano scopriamo camminando in un dedalo di stradine, portici e vicoli stretti...un labirinto suggestivo, silenzioso e rilassante. Con un pò di buona volontà è possibile anche salire sull'imponente pietra per ammirare lo splendido paesaggio sottostante dove il Lago di bomba,bacino artificiale creato sul fiume Sangro, si distende dolcemente regalando uno spettacolo inaspettato.
Riscendendo dalla roccia e proseguendo il nostro cammino giungiamo a Villa Santa Maria, patria di San Francesco Caracciolo di cui è possibile ammirare una statua a lui dedicata, posta nei pressi della casa natia. Uscendo dall'abitato troviamo la chiesa della Madonna in Basilica edificio costruito su impianto romanico con successivi restauri realizzati in epoche e stili diversi.Purtroppo non è stato possibile visitare il suo interno dove tra le altre opere è presente un dipinto raffigurante San Francesco Caracciolo e diverse tele dedicate alla Madonna a cui nel mese di agosto dal 9 all'11 qui viene dedicata una grande festa. La città di Villa Santa Maria deve la sua notorietà per essere la importante scuola di cuochi…che aimè non è stato possibile visitare…per il nostro pranzo l'istinto ci ha guidati verso l’agriturismo "La Casetta"…immerso nel verde, dove tra mobili antichi e al calore della stufa abbiamo gustato prodotti tipici abruzzesi...sulla via del ritorno non potevamo non fare una breve sosta presso di lago di Bomba. Una distesa di acqua immobile,silenziosa, la nebbia che sale dal fondo, gli alberi spogli che spuntano dall'acqua ci regalano una immagine suggestiva e romantica perfetta per concludere la nostra gita...Un itinerario semplice che consiglio a chi desidera trascorrere una giornata nel silenzio della montagna, con l'aria che rinfresca il viso e le mani; L'Abruzzo è per tutti coloro che desiderano incontrare tra piccole strade e viste mozzafiato uomini che si tolgono il cappello per salutare una signora...tradizioni di altri tempi che qui in Abruzzo non sono state dimenticate :)
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"viaggi nella provincia di Chieti"
lunedì 29 luglio 2013
IL PALIZZI RITROVATO
venerdì 26 aprile 2013
IL CASTELLO DI PALMOLI
Da oggi ho deciso di parlare un pò delle bellezze architettoniche e paesaggistiche della mia regione....da circa un anno gestisco un bed and breakfast, mi sono accorta che molte delle persone che si trovano a passare in Abruzzo, non conoscono questa regione e spesso mi chiedono "ma cosa c'è da vedere?" questo mi ha portato a riflettere sul fatto che al di fuori dei confini regionali poco si conosce dell'Abruzzo...certo vi sono delle città balzate agli onori della cronaca, vedi L'Aquila, ormai dimenticata e Pescara...almeno in questi ultimi giorni ci siamo tolti un pò di polvere di dosso con le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Gabriele D'Annunzio....ma poi???cosa c'è in Abruzzo...bè vi assicuro che c'è tanto altro...
A parte la mia Vasto, a cui dedicherò maggiori info più avanti vorrei parlare di Palmoli e del suo castello,
forse perché nei miei giri domenicali ci sono capitata recentemente...
PALMOLI soleggiato paese delle provincia di Chieti ha il suo fulcro nel castello marchesale edificato in epoca medioevale. Ubicato nel lato nord, in zona "Le Coste", il castello il cui primo impianto è stato realizzato probabilmente intorno al XIV secolo, ha una una torre dodecagonale cinquecentesca.
Recentemente restaurato ospita il "Museo della Civiltà Contadina" dove è possiible ammirare alcuni oggetti e utensili di uso comune fino a circa 50 anni fa. Suppellettili, attrezzi per il lavoro nei campi, nelle cucine, tegami, vasi, e oggetti più disparati provenianti dalle case del paese e del corcondario, costituiscono questo interessante museo che vuole evocare un perido della nostra storie e ricordare quali furono le usanze domenstiche degli abruzzesi. L'ambiente è reso ancora più interessante da foto e documenti che arrichiscono ulteriremtne il percorso museale.
giovedì 21 febbraio 2013
MUZII, LEGNI E SEGNI, l'anima, la poesia, il gesto
A distanza di un anno, o poco più, eccomi nuovamente a parlarvi di Giuseppe Muzii.
Questa volta l'artista, nonchè amico, espone una selezione delle sue opere presso il Museo delle Genti d'Abruzzo a Pescara.
Sarà possibile ammirare i suoi lavori fino al 24 febbraio quindi affrettatevi !!!!
Per maggiori info sulla sua arte e sul suo 'poetare con i legni' vi rimando al post precedente!!!!
ciao!!!!
P.S.
ORARI APERTURA MOSTRA
lun- ven 9-13
sab- dom 16-19
INGRESSO LIBERO
www.gentidabruzzo.it
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